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  • Denti estratti e subito riutilizzati

    Oggi è possibile estrarre un dente che, una volta trattato e frammentato, può essere reinnestato nella sede da cui era stato estratto e genererà una nuova massa ossea di quantità e qualità superiore. Inoltre:
    • Riduce sensibilmente il tempo di guarigione
    • Sfrutta i vantaggi dell’innesto autologo
    • Mantiene la massa ossea e l’altezza della cresta nel lungo periodo
    • Fornisce eccellenti risultati in zona estetica
    • Riduce i costi dell’innesto
    • Elimina reazioni di rigetto e trasmissione di malattie
    • Assicura un trattamento più efficace

  • Scoperta una protesi dentale antica di quattro secoli

    Una protesi dentale risalente a quattro secoli fa è stata trovata tra i resti della famiglia Guinigi, antica casata di Lucca, la cui tomba si trova nell’omonima cappella all’interno del complesso conventuale di San Francesco a Lucca. Il reperto è stato scoperto e studiato dalla divisione di Paleopatologia dell’Università di Pisa. Già da alcuni anni i paleopatologi dell’Ateneo pisano si occupano dello studio osteoarcheologico dei resti umani appartenenti alla famiglia Guinigi. Durante la pulizia e il restauro dei resti scheletrici rinvenuti mescolati all’interno della tomba collettiva dei Guinigi, è venuta alla luce una protesi dentaria in oro di particolare interesse, sia per le modalità di esecuzione, sia per la rarità del ritrovamento.

  • Il cervello preferisce mangiare cibi rossi e non verdi

    Una recente ricerca italiana ha scoperto che il nostro cervello preferisce mangiare i cibi rossi, mentre è diffidente nei confronti dei cibi verdi. Realizzata dalla Scuola internazionale superiore di studi avanzati (Sissa) di Trieste e pubblicato poi su Scientific Reports, la ricerca spiega che: “Nei cibi naturali il colore è un buon indicatore dell’apporto calorico. Più un cibo tende al rosso e più è probabile che sia nutriente, mentre quelli verdi tendono a essere poco calorici”.

  • La passione per il sale è scritta nel DNA e si eredita

    Dolce o salato? Chi sceglie sempre il secondo forse non lo sa, ma a rispondere per lui potrebbe essere il suo Dna. La passione per i cibi saporiti – anche troppo – potrebbe averla infatti ereditata almeno in parte dai genitori. Lo ha scoperto un gruppo di scienziati Usa, autori di una ricerca presentata a New Orleans durante le Sessioni scientifiche 2016 dell’American Heart Association (Aha). Secondo i risultati preliminari del lavoro, esistono delle comuni varianti genetiche che raddoppiano la probabilità di esagerare con il sale.